Storia di un’associazione in un’industria in movimento 

Comufficio è una storia di impegno, partecipazione e sforzi collettivi tra pari per un sano scambio di idee ed una efficace rappresentanza. Quei valori originari si sono tramandati fino a noi ed è con questo spirito che rileggiamo la nostra storia: gratitudine verso chi ci ha preceduto e responsabilità nel proseguirne il lavoro.

La nascita nel Secondo dopoguerra 

In una presentazione di qualche anno fa affiancammo la Storia d’Italia, l’evoluzione dell’ICT e, più modestamente, i cambiamenti in Comufficio. 

Il motivo era quello di trasferire la apparentemente ovvia considerazione che un’Associazione che sta nel mondo e con serietà ascolta i propri associati, inevitabilmente risente di quel che le accade intorno. E a posteriori, per leggerne la storia, è bene sapere cosa avvenisse alla Storia, quella con la S maiuscola.

Le parole di alcuni dei scoi fondatori di Comufficio (il testo integrale qui) ci riportano a quei tempi:

<<Tutto era scarso e difficile e i problemi erano tanti, ma c’era una gran voglia di ricostruire, di ripartire. Allora mancavano anche le macchine per ufficio e non era facile accontentare tante aziende che chiedevano calcolatrici nuove con le poche decine di pezzi che la Casa Egli (Madas) ci poteva consegnare in un anno>> Sergio Levi, socio fondatore e amministratore di E. Levi & C.

<<Tutti poveri ma ricchi di voglia di lavorare, di fare, di organizzare. Nel nostro settore il nuovo era scomparso. Qualche macchina per scrivere Olivetti o Everest, qualche addizionatrice Invadi o calcolatrice Antares di Pozzi uscivano di nascosto dalle fabbriche occupate dai tedeschi. […] La ditta Otello Frassi, da rivenditore specializzato dell’usato era quasi diventato industriale con la ricostruzione a catena di vecchie Remington e Underwood e altre marche ora sconosciute. Ogni azienda aveva un’officina organizzatissima dalla quale provenivano tutti i margini per vivere>> Gian Luigi Hugnot, co-fondatore e presidente Comufficio dal 1956 al 1985

<<Allora si tenevano 8-10 riunioni l’anno e una sola signorina aveva la responsabilità dell’ufficio. Nei primi anni c’erano molti associati del Nord, il Sud, per ovvie ragioni, è arrivato dopo>> Bernardino Frassi, socio fondatore e amministratore della C.O.Frassi.

Era dunque appena finita la Seconda Guerra Mondiale quando il 9 agosto del 1945 viene fondata Comufficio (Associazione Nazionale Commercianti Macchine e Forniture per Ufficio), l’Italia era distrutta dai bombardamenti e aveva un gran bisogno e una gran voglia di ricostruire.

Erano gli anni della nascita della Repubblica Italiana (1946), del suffragio universale, della Carta Costituzionale (1948), dell’entrata dell’Italia nella Nato (1949) e nell’ONU (1955).

Iniziava il boom economico, veniva lanciata sul mercato la mitica Olivetti Lettera 22 (Premio Compasso d’oro 1954, miglior prodotto di design del secolo secondo l’Illinois Institute of Technology nel 1959) che cambierà la percezione del lavoro in generale e dell’automazione d’ufficio in particolare.

In Comufficio si inizia a pensare ad un fiera che possa rappresentare questo mondo (diverrà poi SMAU – Salone Macchine e Attrezzature per l’Ufficio) e ad avviare i primi rapporti col Ministero delle Finanze (che diverranno centrali in futuro).

Gli anni ’60 – ‘70

Sono gli anni del boom economico, ancora oggi la generazione nata in quegli anni è chiamata baby-boomers. Ci saranno il ’68, la crisi petrolifera del 1973, l’accordo sulla scala mobile del 1977 per proteggere il potere di acquisto degli operai.

Nel mondo dell’ufficio, la famiglia Olivetti si estende, le macchine da scrivere diventano elettroniche, la loro diffusione arriva agli uffici e alle aziende di tutta Italia, cambia il modo di lavorare, SMAU si sviluppa rapidamente per diventare, sotto la guida dell’Associazione, vero punto di riferimento in Italia.

E nel frattempo, dall’altra parte dell’Oceano, i primi timidi passi del futuro: nell’aprile del ’75 nasce la Microsoft, un anno dopo la Apple, il mondo che sarebbe diventato quello che conosciamo oggi vedeva la luce.

Gli anni ’80

Esplode il debito pubblico italiano (dal 57,7% sul PIL nel 1980 al 124,3% nel 1994) e partiti e Governo dovranno farvi i conti costantemente da allora. 

Nel 1983 viene introdotta l’obbligatorietà del Registratore di Cassa nei negozi, dapprima per i negozi più grandi e, successivamente e gradualmente, per tutti gli altri.

L’impegno di Comufficio sui temi della fiscalità diventa strategico, il dialogo col Ministero delle Finanze e con Agenzia delle Entrate costante, SMAU ben rappresenta la filiera e i suoi prodotti e festeggia i 25 anni di successo.

E sullo sfondo continua l’avanzata dell’informatica, ha inizio l’era del pc di massa, entrano nelle case e negli uffici i vari Commodore ’64, Apple Macintosh, Atari, Amiga, Windows, Linux.

Gli anni ’90 – 2000

L’Italia entra nell’euro, la finanza internazionale diventa protagonista, la tecnologia esplode: il telefono cellulare da novità diventa rapidamente bene di prima necessità, il pc diventa portatile, arrivano ed esplodono Internet e le email, Apple lancia l’iPhone, i cellulari diventano smart, il mondo è cambiato radicalmente.

L’innovazione tecnologica impatta su tutta la filiera, l’attenzione si estende al software, SMAU si stacca da Comufficio.

<<Dal 1945 tutto è cambiato; il mercato, anzi, tutto il mondo. 50 anni fa eravamo una piccola famiglia con problemi modesti e più tempo per scambiare idee e informazioni e fare quattro chiacchiere tra colleghi. Poi man mano la struttura si è sviluppata e ora il lavoro è tanto e i problemi più complessi richiedono urgenza e tempestività in un mondo dove non si può essere in ritardo>> Sergio Levi.

Ed in effetti gli ambiti di azione dell’Associazione si moltiplicano per assistere gli associati sui molteplici aspetti e anche le opportunità che il mercato presenta stimolano l’attivazione di nuovi servizi.

Oggi

Oggi la convergenza è realtà, i Registratori di Cassa sono sempre più simili a computer, i temi tecnologici sono trasversali a Negozi e Uffici, il mondo dell’assistenza è sempre più strutturato e competente, software e servizi da remoto sono realtà che possono arricchire la filiera.

La governance di questa complessità richiede un ascolto sempre più equilibrato degli associati tutti, impegno e perseveranza nel rappresentarne le istanze presso le istituzioni, competenze applicata alla ricerca delle soluzioni. 

Ereditiamo il lavoro di chi ci ha preceduto, facciamo del nostro meglio nel nostro tempo per poi lasciare il testimone a chi verrà dopo di noi. 

Per approfondire: